L’Esercito degli Stati Uniti ha annunciato il ritiro della maggior parte dei suoi programmi cerimoniali equestri. La decisione prevede la chiusura di cinque unità distribuite tra California, Arizona, Kansas, Oklahoma e Texas, e il conseguente trasferimento di 141 cavalli a rifugi e organizzazioni veterinarie accreditate per l’adozione. L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire un trattamento più etico agli animali e razionalizzare le risorse, con un risparmio stimato di circa 2 milioni di dollari all’anno.
I cavalli non verranno venduti, ma affidati a enti che possano garantire loro un contesto adeguato e un futuro sereno dopo il servizio. L’unica eccezione riguarda le unità caisson, che continueranno a operare per i cortei funebri militari presso Arlington National Cemetery e a San Antonio, in Texas.
La riorganizzazione arriva dopo una serie di criticità emerse negli anni scorsi. In particolare, alcuni episodi di sofferenza animale nelle scuderie di Arlington avevano sollevato interrogativi sulla gestione delle risorse e delle condizioni veterinarie. A seguito di ispezioni e pressioni pubbliche, l’Esercito ha avviato una revisione interna, investendo milioni di dollari in strutture, attrezzature e nuove linee guida per la cura degli animali.
Secondo i portavoce militari, la decisione riflette una volontà concreta di modernizzare l’impiego delle risorse, tutelare il benessere degli animali e riorientare l’attività su capacità operative più attuali. È anche un modo per rispettare gli equini che per anni hanno fatto parte del cerimoniale militare, garantendo loro una transizione dignitosa fuori dal servizio.
Questo passaggio segna un cambiamento rilevante per una tradizione storica, ma anche un tentativo di conciliare efficienza e responsabilità etica in un contesto militare che guarda al futuro.